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Energia dalla plastica: il caso virtuoso di “Race for Water”

Produrre energia dalla plastica che popolano i nostri mari è possibile. Lo conferma una barca in missione contro l'inquinamento.

Il cambiamento climatico è uno dei mali del nostro tempo. Le sue conseguenze, ricordano gli esperti, possono essere devastanti, se non riduciamo drasticamente e nell’immediato la dipendenza del sistema produttivo globale dai combustibili fossili e dalle emissioni di gas serra. Come? Prendendo a modello alcuni esempi virtuosi.

 

Uno di questi è “Race for Water”

Si tratta di una barca in missione contro l’inquinamento provocato dalla plastica. L’imbarcazione è alimentata con energia solare e idrogeno. La sua peculiarità è la conversione in energia dei rifiuti di plastica. Non proprio un dettaglio, visto che questi costituiscono fino all’80% della spazzatura che finisce nei mari e negli oceani. In gergo tecnico si chiama conversione termochimica. Recuperando, cioè, il potere calorifico della materia plastica si producono elettricità, metano e idrogeno. 

Così “Race for Water” aiuta le comunità costiere a generare energia e, contemporaneamente, a mantenere pulite le loro spiagge. Il progetto mira alla vendita dell’energia prodotta: raccogliere i rifiuti plastici, evitando di gettarli nei mari, può diventare, insomma, un incentivo anche monetario: qualora servisse smuovere anche gli interessi economici, non solo le coscienze…