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Intervista ad Andrea Visentin

Dalla Championship alle serate culturali: le novità dell’edizione di quest'anno di Radici Future raccontate dall’ideatore del Festival, Andrea Visentin

Rendere il dialogo con il territorio sempre più incisivo ed efficace, coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti, formare i cittadini, con particolare attenzione alle nuove generazioni. Sono i capisaldi dell’edizione 2023 di Radici Future- Festival della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’etica d’impresa, nato sotto le insegne di Confindustria Vicenza, da quest’anno promosso da un’associazione dedicata, come spiega l’ideatore, Andrea Visentin.

Ci sono novità per l’edizione di quest’anno?
Novità numerose, a partire dalla costituzione dell’associazione “Radici Future”, per essere sempre più radicati nella comunità, poi c’è il coinvolgimento sul versante organizzativo di una realtà come la Due Punti Eventi che da anni opera nell’organizzazione di concerti e altri momenti di aggregazione; infine, c’è un percorso che, conservando le basi dalle quali siamo partiti, vede un’evoluzione nel declinare il concetto di sostenibilità.


In concreto, come si articolerà il festival?
Si parte, come già un anno fa, con la Championship dedicata alle aziende del Vicentino che fanno innovazione e propongono soluzioni all’avanguardia dedicate alla sostenibilità; poi, a novembre, ci saranno le serate culturali, tra Vicenza e Bassano, aperte a tutti e incentrate sulla sostenibilità nelle sue diverse declinazioni, dall’economia, all’ambiente, alla vita civile; nel frattempo continua a crescere il progetto Urban, grazie al quale abbiamo donato un anno fa una nuova area verde al Centro studi di Bassano e prosegue il lavoro con le generazioni più giovani, tramite i contatti con le scuole.


Se dovesse indicare una specificità del vostro 2023?
Sicuramente l’aver portato a bordo soggetti nuovi, per allargare il dialogo avviato due edizioni fa. L’idea che ci guida è stimolare il dibattito nel nostro territorio, ma anche generare un cambiamento. Ecco che, in questo senso, il coinvolgimento di realtà con competenze specifiche è fondamentale per generare processi virtuosi i cui effetti siano visibili.


Quindi, il dialogo come chiave di volta…
Fin dall’inizio, abbiamo pensato di accogliere nel nostro percorso il maggior numero possibile di contributi, abbinando a nomi conosciuti anche quelli di esperti ed esperte meno noti al grande pubblico, purché di alta qualità. Nei due anni appena trascorsi abbiamo incontrato studiosi di nuove tecnologie e di comunicazione, teologi e botanici, economisti e imprenditori, mettendoli a confronto. È un approccio che è funzionato e che offre stimoli anche inattesi, e per questo più efficaci.


Continuerete su questa strada?
Abbiamo iniziato proponendo temi e punti di vista che non fossero scontati, proseguiamo lasciandoci animare dalla curiosità e dal desiderio di scoprire e condividere sempre qualcosa di nuovo. Immaginiamo questa esperienza con Radici Future come un percorso da costruire passo dopo passo, nel quale la nostra proposta non sia contenuta in un “menù” predeterminato ma sia frutto dei diversi stimoli che, da parte nostra, vogliamo raccogliere e rielaborare.