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L’utopia necessaria di Matteo Ward

Come la moda può essere autenticamente etica e sostenibile: l’intervista al giovane ospite di Radici Future

Studi alla Bocconi e a Cambridge, un passato nelle case di moda tradizionali, oggi Matteo Ward è co-fondatore di Wråd, la startup italiana che ha come obiettivo la moda sostenibile, e figura di riferimento nel fashion ecocompatibile. Sarà a Radici Future il 13 novembre alle 20.30, in dialogo con Licia Colò e con il giornalista Andrea Bettini a Palazzo Chiericati di Vicenza.

È un nome di punta della moda etica e sostenibile, due aggettivi che si sposano alla perfezione con Radici Future. Può definire ciò di cui si occupa?


Mi piace definirlo “un’utopia necessaria”, un’ideale cui riferirsi. In concreto è un tipo di produzione che mitiga l’impatto ambientale e si fa carico dell’impatto sociale di ciò che si produce. E con i miei collaboratori e collaboratrici vorrei anche che fosse una rivoluzione sistemica.

Negli anni ha visto crescere la sensibilità per la sostenibilità? Quanto?


Certamente, l’ho vista compiere passi da gigante. Basti pensare che, se una decina di anni fa esistevano ancora delle perplessità sul tema, oggi è il contrario e l’imperativo è essere sostenibili. È stato davvero un cambio di passo epocale.

Con il rischio del cosiddetto greenwashing?


Anche qui, certo. Ma il compito di chi si occupi di moda e abbia abbracciato la sostenibilità è proprio contrastare le derive finto-green che servono solo a qualcuno per lavarsi la coscienza.

In che modo si può realizzare una moda autenticamente “Green”?


Innanzitutto promuovendo azioni di cambiamento, lavorando sui materiali, sulla tecnologia e sui processi di produzione. Poi, occupandosi di far superare al pubblico lo scarto tra sensibilità e azione.

Può spiegarlo nel dettaglio?


Semplice: oggi, soprattutto tra i giovani, la coscienza ecologista è qualcosa di diffuso e consolidato. Tuttavia c’è circa un 40 per cento di potenziali cittadini attivi che non riesce a tradurre la propria predisposizione in atti concreti. Qui subentrano il nostro carisma e la nostra capacità di essere convincenti per passare, o meglio “far passare” all’azione.

Facendo leva su quali argomenti?


Per esempio sul fatto che la moda sostenibile, tra i tanti pregi, abbia anche quello di fare bene alla nostra salute. Non dimentichiamoci, per esempio, che i vestiti o i cosmetici sono a contatto con la pelle e che la pelle, innanzitutto, respira e, in seconda battuta, è l’interfaccia degli organi interni con tutto ciò che sta al di fuori.

In questo, oltre alla capacità di persuasione, conta anche qualcos’altro?


Conta, e non poco, l’aiuto che le leggi e la politica possono dare. Le leggi come leva per accelerare il cambiamento, la politica come strumento per veicolare i valori che, per quanto ci riguarda, abbiamo deciso di applicare. È un percorso da compiere, ma ce la faremo.