Un futuro migliore per tutti: la sfida dell’Agenda Onu 2030.
17 obiettivi, a garanzia di uno sviluppo sostenibile
Una storia iniziata nel 1972, con la Conferenza di Stoccolma.
- Proposti dalla Colombia e discussi a Rio: nascono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
- La strada è lunga, ma stiamo migliorando.
Un ambizioso programma
Sconfiggere fame e povertà. Lottare contro il cambiamento climatico. Ridurre le disuguaglianze. I 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030 indicano un ambizioso programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. L’avvio ufficiale ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei successivi 15 anni.
Agenda 2030: obiettivi per un futuro più sostenibile
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile va a delineare una serie di 17 obiettivi interconnessi. Attraverso essa, i membri dell’Onu intendono «ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti». Questa prende il nome dal documento Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, stilato nel 2015. In esso è contenuta, punto per punto, la strategia per affrontare un’ampia gamma di questioni relative allo sviluppo economico e sociale. Povertà, salute e lavoro, ma anche energie rinnovabili e lotta al cambiamento climatico. La sfida è quella di riuscire a raggiungere tutti questi obiettivi entro il 2030. Tutti i 193 membri dell’Onu hanno ratificato l’Agenda 2030. Così facendo, si sono impegnati a declinare nella loro politica i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile previsti.
I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile
Ma quali sono, nello specifico, questi obiettivi? L’Agenda 2030 dell’Onu è costituita da 92 paragrafi, con il numero 52 va a delinearli, uno per uno. Nell’ordine:
- Sconfiggere la povertà.
- Sconfiggere la fame.
- Salute e benessere.
- Istruzione.
- Parità di genere.
- Acqua pulita e servizi igienico-sanitari.
- Energia pulita e accessibile.
- Lavoro dignitoso e crescita economica.
- Imprese, innovazione e infrastrutture.
- Ridurre le diseguaglianze.
- Città e comunità sostenibili.
- Consumo e produzione responsabili.
- Lotta contro il cambiamento climatico.
- Vita sott’acqua.
- Vita sulla terra.
- Pace, giustizia e istituzioni solide.
- Partnership per gli obiettivi.
Come immaginabile, non si tratta di concetti concepiti dall’oggi al domani. Per arrivare a formulare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile è stato necessario percorrere un lungo percorso di consapevolezza.
Dalla Conferenza di Stoccolma al Programma 21
La storia dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile parte, di fatto, quarant’anni prima del 2015, anno della loro stesura. Nel 1972 si tenne a Stoccolma la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano. L’obiettivo era quello di considerare i diritti della famiglia in un ambiente sano e produttivo. Fu il primo passo verso una coscienza di sviluppo sostenibile, cui seguirono altre tappe:
- nel 1983 venne creata la Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, in cui prese forma la definizione di sostenibilità;
- nel 1992, a Rio de Janeiro, si tenne il primo Vertice della Terra, conosciuto come UNCED. Venne discusso il primo programma per l’ambiente e lo sviluppo, noto anche come Programma 21.
Il tema della sostenibilità ha assunto sempre più importanza fino a diventare, negli anni Dieci, qualcosa di assolutamente centrale.
La svolta di Rio+
Concepita come un follow-up ventennale dell’UNCED, nel 2012 ebbe luogo la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Tenutasi a Rio de Janeiro, l’iniziativa è nota come Rio+. Nel 2011, in occasione di un evento preparatorio, il governo colombiano aveva proposto l’idea degli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’idea fu ripresa qualche mese dopo a Bonn, nel corso della 64esima conferenza del Dipartimento dell’informazione pubblica delle Nazioni Unite. Il risultato fu un documento contenente la proposta di diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile e obiettivi associati. Alla Conferenza Rio + 20, infine, è stata raggiunta una risoluzione nota come Il futuro che vogliamo. Fu il punto di partenza per il gruppo di lavoro sul tema, che portò alla risoluzione definitiva del settembre 2015.
17 obiettivi: a che punto siamo?
Nonostante la strada da fare per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile sia ancora lunga, la situazione è incoraggiante. Questo vale specialmente per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. Come emerge da un report di Adnkronos¹, basato sul rapporto sui Sustainable Development Goals, la situazione italiana è sicuramente migliorata. In questi ultimi anni si sono registrati miglioramenti significativi nella gestione dei rifiuti e negli investimenti in ricerca e sviluppo. Passi in avanti anche nel ridurre spreco dell’acqua, ma l’aumento maggiore si è registrato nel consumo energetico da fonti rinnovabili. Nel consumo lordo complessivo si è passati dal 24 % del 2010 al 38% del 2020. Per quanto riguarda l’energia rinnovabile impiegata nel servizio pubblico, si è passati dal 5% del 2010 al 11% del 2020.
Note:
¹Sviluppo sostenibile: a che punto siamo rispetto all’Agenda 2030