La risposta, nella maggior parte dei casi, è che speriamo di poter dare un giorno alle nostre scarpe una seconda vita.
Questa aspirazione è condivisa da molte aziende calzaturiere, che hanno aggiunto alle loro collezioni una linea sostenibile, riciclando le vecchie scarpe raccolte dai clienti, assieme a prodotti difettosi o avanzati in magazzino.
Un esempio, su questo fronte, è la spagnola Camper con il progetto “ReCrafted”, che vuole dare nuova vita ai vecchi modelli prodotti e messi in vendita. Al grido di “un po’ meglio, mai perfetta”, Camper utilizza la tecnologia per introdurre materiali e processi migliori, senza compromettere il design o la qualità della scarpa. Finora ha realizzato, nel dettaglio, ben 12 modelli diversi, sviluppati dagli artigiani che lavorano nella bottega di Maiorca.
Quello di Camper è un ottimo esempio di modello di business circolare, che si autoalimenta e trasmette all’esterno un chiaro messaggio sul valore del consumo responsabile. Non è l’unico caso: molte altre aziende hanno adottato iniziative simili, prediligendo linee di collezione senza tempo, pensando proprio al loro riciclo. D’altronde, l’industria della moda è la seconda più inquinante al mondo, dopo quella petrolifera. Ma è bene ricordare che l’economia circolare non è solo riciclo. La gestione degli scarti, infatti, non deve entrare in gioco solo nella fase “post-consumer”, ma già dalla progettazione e lungo l’intero ciclo di produzione e lavorazione.