È il pianeta stesso che ce lo chiede: basti guardare gli effetti del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo da tempo. Ma osservare passivamente, per l’appunto, non è più possibile. E allora perché la cura per il nostro pianeta ammalato tarda ad arrivare?
Perché, a differenza di altre correnti come la sharing economy, l’economia circolare non è ancora diventata mainstream.
Ciò è dovuto al fatto che i primi fautori non sono stati i consumatori: la rivoluzione non è partita, infatti, dalle nostre case né tantomeno dalle piccole attività produttive e commerciali. È stata, invece, l’industria pesante a ragionare per prima in termini di circolarità, alla ricerca di una riduzione dei costi, di vantaggi competitivi o modelli di business innovativi.
Un vero sistema globale basato sull’economia circolare, però, non è realizzabile senza la combinazione di due fattori. Da un lato la creazione di un’infrastruttura tecnologica e finanziaria, ma anche politica e giuridica, favorevole. Dall’altro, l’approvazione da parte del mercato dei consumatori. La transizione, insomma, è ancora in corso. La cultura, nel frattempo, si è diffusa: ora è il momento di metterla in pratica.