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Acquisti e sostenibilità: come educare il consumatore alla scelta etica

Le scelte dei consumatori possono essere determinanti quando si parla di acquisti e sostenibilità. Ma cosa è opportuno fare e cosa, invece, è meglio evitare?
 
  • Sono molte le scelte che noi consumatori possiamo fare nel quotidiano per dare forma concreta al concetto di sostenibilità.

  • Per la FAO, la sostenibilità alimentare è un modello agroalimentare accessibile, inclusivo e integrato con le dinamiche ambientali.
  • Una sfida ambiziosa, urgente e indifferibile: a fine secolo saremo 10 miliardi sulla Terra e già ora quasi il 9% della popolazione mondiale soffre la fame.
  • Campagne di sensibilizzazione istituzionale ma anche azioni di enti e privati: ecco come educare il consumatore a prendere decisioni consapevoli in termini di acquisti e sostenibilità.
  • Alla scoperta del progetto Saper(e)consumare, che mira a educare e sensibilizzare grandi e piccoli al consumo sostenibile e responsabile.

 

L’importanza delle scelte

Dal prodotto a chilometro zero alla riduzione degli sprechi. Sono molte le scelte che noi consumatori possiamo fare nel quotidiano per dare forma concreta al concetto di sostenibilità. Anche quando si fa la spesa. Ogni acquisto, infatti, se fatto in maniera accorta, può portare benefici in termini di impatto ambientale. Da questo punto di vista, tuttavia, servirebbe un’azione di educazione alla sostenibilità per capire cosa è bene fare e ciò che, di contro, è una cattiva abitudine da interrompere.

 

Le sfide della sostenibilità alimentare

Di sostenibilità alimentare non si parla da pochi giorni. Si tratta di un concetto che ha iniziato a ritagliarsi uno spazio di rilievo nel dibattito internazionale già da qualche decennio. Una sua definizione è stata formulata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Per la FAO, è un modello agroalimentare accessibile, inclusivo e integrato con le dinamiche ambientali. Già dalla definizione si percepisce il tenore alto della sfida. In primis per l’andamento demografico del pianeta. Stime dell’Onu¹ indicano che potremo arrivare a superare i 10 miliardi di abitanti alla fine del secolo. E già ora quasi il 9% della popolazione mondiale soffre la fame². Trovare un modo di soddisfare la domanda di cibo a livello globale è, insomma, urgente e indifferibile.

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Il ruolo del consumatore

È una sfida che, come anticipato, chiama in causa ciascuno di noi. Sul fronte acquisti e sostenibilità, il consumatore è (o, meglio, può e deve essere) un attore protagonista. I suoi comportamenti e le sue scelte sono, infatti, fondamentali per determinare o meno alcuni meccanismi alla base del concetto di sostenibilità alimentare. Qualche esempio?

  • Consumare meno ed evitare sprechi. Il sovraconsumo alimentare è una tendenza diffusa nei Paesi sviluppati. Questa incentiva un tipo di agricoltura e allevamento intensivo, molto impattanti sull’ambiente.
  • Ridurre il consumo di alimenti di origine animale. Essi, oltre a essere più impattanti sull’ambiente, richiedono un maggior dispendio di risorse rispetto ai prodotti di origine vegetale. 

Non c’è, però, solo la sostenibilità alimentare. Potremmo parlare di approccio multidisciplinare alla sostenibilità. Pensiamo all’abbigliamento. Secondo dati delle Nazioni Unite, il fast fashion è responsabile del 20% dello spreco globale dell’acqua. Produce, inoltre, il 10% delle emissioni di anidride carbonica ed emana più gas serra rispetto a tutti gli spostamenti aerei e navali globali. Anche qui si può fare la differenza.

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Acquisti e sostenibilità

Il ruolo del consumatore può essere, dunque, decisivo. Bisogna, però, capire come indirizzarci verso il giusto sentiero. Un primo passo importante su cui istituzioni, associazioni ed esperti concordano è l’accesso alle giuste informazioni. Ciò per acquisire consapevolezza in merito all’impatto che le proprie scelte di consumo hanno sul pianeta. Tali informazioni possono essere veicolate in molteplici modi. Ad esempio:

  • tramite campagne di sensibilizzazione istituzionale;
  • mediante iniziative di soggetti privati, come le aziende, in contesti di educazione formale o informale.

Sono, inoltre, necessari strumenti di informazione specifica. Questi devono essere messi a disposizione da aziende e enti. In tal modo, il consumatore può essere in grado di individuare sul mercato i prodotti più virtuosi.

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Saper(e)consumare: educazione alla sostenibilità

Nell’ottica del consumo responsabile, dalla collaborazione tra i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Istruzione è nato il progetto Saper(e)consumare. Si tratta di un’iniziativa rivolta alle nuove e vecchie generazioni, affinché vengano educate e sensibilizzate al consumo sostenibile e responsabile. L’obiettivo è offrire un percorso di info-formazione su quattro aree tematiche di grande attualità:

  • educazione digitale;
  • diritti dei consumatori;
  • consumo sostenibile;
  • educazione finanziaria.

Nell’ambito dell’iniziativa rientrano, tra l’altro, risorse e contenuti per orientarsi in autonomia, webinar per confrontarsi con esperti, strumenti pronti all’uso per lavorare a scuola con un approccio multidisciplinare. Perché, da questo punto di vista: prima si parte, meglio è.

 

NOTE:

¹ Global population to pass 10 billion by 2100, UN projections indicate 

² Fonte: State of Food Security and Nutrition in the World 2021