- L’Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile (AsVeSS) si impegna a misurare e promuovere l’attuazione dell’Agenda 2030 in Veneto, collaborando con istituzioni, aziende e altre realtà territoriali
- AsVeSS ha avviato diverse collaborazioni per coinvolgere le stimolare le imprese, iniziative come la Championship di Radici Future 2030 sono fondamentali per amplificare questi sforzi
- Radici Future 2030 e AsVeSS condividono gli stessi valori nel promuovere programmi di educazione e formazione per le aziende e il pubblico, contribuendo a costruire una cultura orientata al rispetto dell’ambiente e delle risorse
AsVeSS è impegnata in prima linea per rendere il Veneto una regione all’avanguardia nella transizione ecologica. In questa intervista, Giorgio Santini, Presidente di AsVeSS, ci racconta come l’associazione sta lavorando per attuare l’Agenda 2030 e quali sono le iniziative messe in campo per coinvolgere aziende, istituzioni e cittadini.
Dott. Santini, qual è l’obiettivo di AsVeSS e quali sono le iniziative che avete messo in campo per lavorare sulla sostenibilità insieme alle aziende e agli altri attori del territorio?
AsVeSS, Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile, si collega direttamente ad ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Tre anni fa abbiamo chiesto di fare una configurazione su base regionale di questa alleanza e così è nata AsVeSS.
Siamo una delle oltre 300 associazioni che aderiscono ad ASviS, però abbiamo questa caratteristica: operiamo a livello regionale e ci muoviamo su tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030.
L’obiettivo di ASviS è l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che anche l’Italia ha sottoscritto. Il nostro obiettivo, come AsVeSS, è quindi quello di dare effettività all’Agenda 2030, misurando le distanze da qui al 2030 per raggiungere i 17 obiettivi dello Sviluppo Sostenibile. In pratica noi ci occupiamo di verificare come l’Agenda 2030 viene attuata in Veneto e quali sono i punti di forza e le lacune. In questa direzione abbiamo fatto anche un primo passo importante, e che diventerà sistematico, cioè quello di avere un rapporto annuale, rispetto a quello che viene fatto a livello nazionale, dedicato alla Regione Veneto.
A metà ottobre uscirà la prossima edizione del Rapporto ASviS e poi noi faremo lo stesso lavoro sulla nostra regione per adeguarlo e misurarlo sulla realtà specifica del Veneto, cioè misurare lo stato di attuazione e di coerenza della realtà veneta agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Giorgio Santini – Componente del Comitato Tecnico Scientifico
della Championship
A proposito del nostro festival, in che misura la Championship di Radici Future 2030 riflette la vostra missione? E in che modo AsVeSS collabora con istituzioni, scuole e altri attori del territorio per sensibilizzare e promuovere una cultura diffusa attorno ai temi dell’economia circolare, della sostenibilità e dell’etica d’impresa?
Rispondendo alla prima domanda, sostanzialmente perché hanno lo stesso obiettivo, cioè verificare il grado di coerenza rispetto all’Agenda 2030. Vedo che c’è una comunanza di intenti e di visioni, oltre al fatto che mi sono innamorato del nome del vostro festival, i valori del festival sono in linea con gli obiettivi di ASviS e di AsVeSS.
Per quanto riguarda la collaborazione AsVeSS lavora in modo diretto e progressivo, coinvolgendo diverse realtà territoriali. Ad esempio, attualmente stiamo collaborando con alcuni grandi comuni del Veneto per definire e monitorare le loro strategie di sostenibilità, allineandole agli obiettivi dell’Agenda 2030. Parallelamente, stiamo coinvolgendo le Camere di Commercio per mappare le realtà economiche locali e promuovere pratiche sostenibili nelle imprese. Questo tipo di dialogo apre numerosi fronti, permettendo alle strutture coinvolte di proseguire in modo coerente e di verificare i progressi anno dopo anno. È un approccio a cerchi concentrici: iniziamo con azioni concrete e mirate, come la definizione di strategie locali e le analisi delle realtà aziendali. Successivamente, lavoriamo per consolidare questi risultati, creando un ecosistema sempre più ampio e coeso attorno al tema della sostenibilità.
Iniziative come Radici Future 2030 sono fondamentali, poiché condividono la nostra stessa direzione e contribuiscono, come dice il nome, a creare radici solide e durature per il futuro. Le attività che portate avanti con il festival sono come dei fertilizzanti per le nostre azioni, perché ci permettono di coinvolgere un pubblico più ampio, di creare sinergie e di rafforzare la nostra rete di contatti.
La nostra missione, come la vostra, è favorire una crescita sana e sostenibile, in linea con la definizione di sviluppo sostenibile, affinché ogni passo che compiamo sia significativo e fruttuoso.
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Data la sua esperienza, può spiegare perché e in che modo sono importanti per le aziende del territorio iniziative come la Championship di Radici Future 2030?
Le attività legate alla sostenibilità richiedono tempo e costanza, e spesso si sviluppano in modo sequenziale. Iniziative come la Championship di Radici Future 2030 sono cruciali perché rispettano i parametri dell’Agenda 2030, offrendo strategie attuali con interventi mirati su varie tematiche ESG. Questi sforzi a livello territoriale, nazionale e regionale, sono l’unico modo per affrontare le sfide derivanti da un ambiente insostenibile. Bisogna considerare però che non si tratta di un obiettivo finale, ma di un percorso in diverse tappe. Fattori come coerenza, cultura e formazione sono elementi chiave della strategia nazionale, e si riflettono anche in iniziative come la Championship di Radici Future 2030. L’obiettivo non è solo quello di sviluppare progetti di sostenibilità, ma di dare loro continuità nel tempo, proiettandoli nel futuro.
In un certo senso, la Championship è un propulsore che stimola le imprese a impegnarsi per la sostenibilità. Non è solo una competizione, ma un’opportunità per le aziende di collaborare con enti locali e stabilire obiettivi di qualità condivisi. È uno stimolo a fare sempre meglio, anche oltre la scadenza del concorso, consolidando e rinnovando gli sforzi nel lungo periodo. La Championship è una strumentazione che può aiutare tutto il sistema delle imprese a essere sostenibile.
La sostenibilità richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti: aziende, istituzioni, cittadini. La Championship rappresenta un passo importante in questa direzione, ma è necessario che queste iniziative siano sostenute da politiche nazionali coerenti e da una maggiore consapevolezza da parte di tutti.
In sintesi, la Championship di Radici Future 2030 aiuta le aziende non solo a evitare di contribuire all’insostenibilità, ma a diventare parte attiva di un percorso verso un futuro più sostenibile. Tuttavia, questo richiede serietà, coerenza e continuità. È un cambiamento culturale che deve coinvolgere l’intero sistema: dalle amministrazioni pubbliche alle imprese, fino ai cittadini-consumatori.
I rapporti dell’ASviS, che utilizziamo per monitorare la situazione nel territorio, ci forniranno a breve un quadro relativo al 2024. Purtroppo, gli ultimi dati non erano incoraggianti. Non siamo ancora sulla via della sostenibilità, ma speriamo che, passo dopo passo, il percorso prenda forma. La strategia nazionale, nonostante sia stata presentata come una buona pratica all’ONU, resta principalmente sulla carta. Le sfide concrete sono molte, soprattutto su temi così complessi. Proprio per questo, è fondamentale che non solo le istituzioni nazionali, ma anche il mondo economico e le realtà locali, lavorino insieme. Solo attraverso un lavoro collaborativo e multidimensionale potremo arrivare a un cambiamento significativo. La società civile ha un ruolo importante nel chiedere responsabilità alle istituzioni, e speriamo di arrivare a una situazione in cui il mondo economico e quello istituzionale lavorino insieme per un futuro più sostenibile.
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