- La Championship incoraggia le aziende a considerare anche gli impatti sociali, economici e culturali delle loro attività.
- Le imprese devono superare una visione limitata della sostenibilità, spesso associata solo agli aspetti ambientali.
- È importante premiare aziende che non si accontentano dello status quo, ma che sono proattive nel creare un futuro più sostenibile.
Professoressa Ricci, ci può spiegare quali sono gli obiettivi principali della Championship, il contest rivolto alle imprese che premia l’impegno e l’innovazione rispetto ai temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’etica d’impresa?
L’obiettivo della Championship è dare un riconoscimento alle imprese che si impegnano in maniera evoluta sul tema dello sviluppo sostenibile. Si tratta di uno strumento per dare visibilità alle imprese che si occupano in maniera proattiva della sostenibilità, dato che spesso viene messa in pratica nei modelli di business e nei processi di produzione non è facile per i consumatori riconoscere gli sforzi delle imprese e identificare quelle più impegnate. La Championship rappresenta un passo in questa direzione di riduzione dell’asimmetria informativa tra imprese e cittadini.
Inoltre, chiedere alle imprese di raccontarsi e autovalutarsi su un’ampia varietà di aspetti legati alla sostenibilità è anche un modo per stimolare una riflessione, un monitoraggio e una maggiore consapevolezza sul tema che poi spesso porta ad innescare un processo di costante miglioramento.
Quali sono i criteri di valutazione utilizzati dalla giuria per selezionare le aziende vincitrici? Cosa viene valutato nello specifico?
Quest’anno il tema riguarda la sostenibilità intelligente e quindi abbiamo voluto indagare il ruolo dell’innovazione sia tecnologica che organizzativa nel promuovere maggiore sostenibilità. L’applicazione di nuove tecnologie, di strumenti di intelligenza artificiale, e anche di nuovi modelli di business e di organizzazione all’interno delle imprese, se applicata con consapevolezza, spesso può portare a vari benefici sul fronte della sostenibilità. Non solo a livello ambientale, ma anche sociale, economico, culturale.
Il Comitato Tecnico Scientifico (composto dalla Prof.ssa Ricci, da Giorgio Santini, Presidente di AsVeSS – Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile, nonché da Elena Donazzan – Assessore Regionale all’Istruzione e Formazione, ndr) valuta la strategia implementata sia di per sé, sia valutando la consapevolezza con quale vengono descritti e misurati gli impatti di sostenibilità in tutte le sue sfaccettature, oltre all’originalità e alla creatività dell’iniziativa. È importante che le aziende premiate siano agenti proattivi di cambiamento e non solo aziende che applicano una certa tecnologia presente sul mercato. Diamo anche valore allo spirito critico e alla trasparenza con cui le imprese ci descrivono le difficoltà di applicazione della strategia e i limiti di essa rispetto a certe sotto-dimensioni di sostenibilità, poiché sappiamo che non è quasi mai possibile trovare soluzioni che rispondano a tutte le istanze possibili di sostenibilità, ma è importante saper valutare gli impatti multilivello.
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Come esperta di sostenibilità e sviluppo sostenibile, quali sono, secondo lei, i principali ostacoli e sfide che le imprese devono affrontare per adottare modelli di business più sostenibili ed etici? In che modo il festival e la Championship possono aiutarle a superarli?
Dalle nostre ricerche emerge, purtroppo, come sia diffusa a tutti i livelli (istituzioni, imprese, consumatori), una visione spesso limitata e superficiale di cosa sia la sostenibilità. Molto spesso la sostenibilità viene associata solamente agli aspetti ambientali, che seppur importanti, costituiscono solo una delle dimensioni della sostenibilità. Inoltre, un maggior impegno sul tema della sostenibilità viene spesso associato ad un aumento dei costi di produzione e di acquisto. Sappiamo come entrambi questi preconcetti non siano corretti.
Lo sviluppo sostenibile si basa su principi che riguardano tantissimi aspetti, tant’è vero che le Nazioni Unite hanno identificato ben 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile¹ (basati su 169 sotto target) che spaziano dalla riduzione della fame, della povertà, delle disuguaglianze (di ogni tipo) e degli impatti sugli ecosistemi, allo sviluppo di programmi di studio, di istituzioni, di meccanismi di governance, infrastrutture di qualità, promuovendo anche crescita economica, innovazione, comunità resilienti, modelli di produzione e di consumo più sostenibili nonché partnership per lo sviluppo sostenibile².
Inoltre, non sempre le azioni di sostenibilità generano costi aggiuntivi, spesso infatti scelte sostenibili, ad esempio, da un punto di vista ambientale, lo sono anche da un punto di vista economico, basti pensare alle diverse iniziative di miglioramento dell’efficienza e riduzione nel consumo di risorse naturali.
Focalizzandoci sulle imprese dalle nostre analisi emerge come spesso queste non riconoscano alcuni impegni che mettono in campo come facenti parte della sostenibilità. Questi tendenzialmente riguardano le iniziative della sfera sociale riguardanti i propri lavoratori, le comunità locali e anche azioni di protezione dei propri clienti. Tutti aspetti molto importanti ai fini della sostenibilità di un’impresa ma che spesso non vengono riconosciuti come tali e di conseguenza anche poco comunicati all’esterno, quando invece potrebbero rappresentare delle leve di marketing interessanti per rispondere a quelle filiere produttive e/o fasce di consumatori attenti a tali aspetti.
In questa direzione, la Championship e più in generale il festival di Radici Future 2030 svolgono un ruolo importante perché permettono di diffondere conoscenza evoluta sul tema. Ogni anno pongono l’attenzione su aspetti particolari dello sviluppo sostenibile e dell’etica delle imprese promuovendo una visione più ampia e approfondita della sostenibilità. Ingaggiano le imprese, ma non solo, a misurarsi con attenzione sotto la lente della sostenibilità – prima che a comunicare all’esterno – e questo, da letteratura, porta in genere ad affrontare attivamente il tema della sostenibilità per un miglioramento continuo. La Championship permette anche di mostrare, oltre che valorizzare, quanto diversi e svariati possano essere i percorsi di sostenibilità, dando valore alla creatività delle soluzioni che è assolutamente cruciale per affrontare le sfide attuali, oltre la semplice ottimizzazione dei modelli economici, tecnologici, organizzativi, culturali del passato.
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NOTE
¹ Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
² Comitato Economico e Sociale Europeo, def. Sviluppo sostenibile